Spesso ci lamentiamo dei disservizi delle Poste italiane, 🤬 specialmente quando si tratta del recapito di raccomandate.
Pensate a come doveva essere quando le strade, a Torino, non avevano né nome né numeri civici. Eccetto i palazzi nobiliari, per tutto il resto i poveri postini dovevano andare a memoria! 🤯🤪
Un primo tentativo di mettere ordine alla complessa situazione fu attuato dall’architetto Amedeo Grossi, che nel 1790 ipotizzó di identificare una casa attraverso il quartiere, l’isolato, la via e il numero progressivo. 👨‍🎓 La proposta però non venne presa in considerazione. Forse troppo complicata? 🤔
Anche Napoleone intervenne a tal proposito, ma fu soltanto nel 1860 che si arrivò al sistema attuale. 🙋‍♀‍
Partendo da Piazza Castello e andando verso la periferia si assegnarono i numeri dispari a sinistra e i pari a destra. I proprietari di casa avevano tre mesi a disposizione per adeguarsi alle nuove norme, scrivendo temporaneamente il numero su un quadratino rosso, 🆘️ in attesa di ricevere la piastrella fornita dal Comune dove trascrivere il numero civico, che sarebbe stato murato sul lato destro della porta. 🔟
Sei anni dopo questo criterio venne applicato anche nelle altre città italiane. 🇮🇹
(Fonte: foto dal web)

Questo post è tratto dalla pagina Facebook della guida turistica professionista Monica Castiglia: https://www.facebook.com/torinoierioggidomani/, curatrice dell’attività di Prometeo “A spasso con Monica” 

[“A spasso con Monica” è un’attività ricreativa del Progetto Prometeo, dedicata agli over 65enni di Torino e ai loro familiari. Nelle prossime settimane vi proporremo questa attività… in formato virtuale!]